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La Primavera Della Scienza

Archivio Categoria: TECNOLOGIA

Come Dar Vita a un Movimento (di persone !)

Pubblicato su 20 Settembre 2014 di Claudio Cardone

Su Ted.com ci sono tanti video interessanti, quello che segue è un bell’esempio: breve, efficace, pratico. Il relatore spiega cos’è che permette ad un movimento di nascere e di passare da una fase embrionale (un tizio isolato che dice o fa qualcosa) a una di massa.

Secondo lui, le fasi critiche sono 2:

  1. La prima: il primo “follower”, colui che riprende, emula e/o diffonde l’idea del leader
  2. Il raggiungimento di una “massa critica”. Non ricordo se lo dice esplicitamente (non l’ho riguardato prima di postarlo) ma secondo me si evince abbastanza chiaramente. Ricordo bene (anche se al momento non lo trovo) un bell’articolo di Wired che dimostrava le similitudini tra il Web e le citazioni scientifiche: per entrare nella “cerchia buona” (dei siti più visitati, degli scienziati più autorevoli) bisogna avere una sufficiente “spinta”: è la massa critica, il momento in cui si aggiungono in maniera esponenziale nuovi follower/lettori/citazioni, ecc.  Nel filmato che segue, notate quanta gente “passiva” sta a guardare, il pubblico che è – in potenza – la nuova base del movimento, l’uditorio che viene suscitato al momento di culmine della massa critica.

 

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A Google le gusta Google+, le gusta tu

Pubblicato su 12 Febbraio 2013 di Claudio Cardone

identità google+

Pochi mesi fa scrivevo delle intenzioni di Google di monopolizzare il mercato dei dati personali, spingendo sul suo “figlioletto” Google+.

Arriva in questi giorni un’altra conferma di come Google stia – a mio parere – giocando un sporco per ottenere quello che vuole: Google vuole le nostre identità, vuole le nostre facce e i nostri dati reali, con la giustificazione che un risultato “attendibile” per le SERP è un risultato di un autore “verificato”. Altro che “content is the king”, stiamo andando verso “author is the prince” (perchè il re è Google, non so se è chiaro).

Chi ve lo conferma? Eric Schmidt, ex CEO di Google e ora Executive chairman, che dice:

Within search results, information tied to verified online profiles will be ranked higher than content without such verification, which will result in most users naturally clicking on the top (verified) results. The true cost of remaining anonymous, then, might be irrelevance.

Chiaro? Ora, è evidente che l’autorevolezza di una persona incide sulla valutazione che possiamo avere rispetto a quello che dice o che scrive, ma applicare questo principio al web significa in qualche modo costringere gli autori di contenuti a rilasciare i propri dati, perchè altrimenti non potranno mai aspirare al “top”. Non so a voi, ma a me questo un po’ di fastidio me lo da. Non solo, ma che strumento mai userà Google per verificare l’identità degli autori? Google +, no?

E poi leggo in giro gente che dice: eh vabbè, Scmhidt parla di verificare le identità, non di favorire chi è iscritto a Google+… Se se, e la fatina turchese ti porta i dentini di notte.

 

Claudio

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Te lo do io il Fact Checking

Pubblicato su 23 Gennaio 2013 di Claudio Cardone

fact checkin

 

“Se torturi i numeri abbastanza a lungo confesseranno qualsiasi cosa”
Gregg Edmund Easterbrook

Una di queste mattine mi sono svegliato con un prurito strano: no, nessuna malattia esotica, è il prurito del  FACT CHECKING. Pare che i media italiani, in vista delle elezioni, abbiano scoperto questa cura miracolosa per l’informazione che come al solito viene dall’estero. Verificare i fatti, dunque, per garantire una informazione più corretta ed equilibrata. Ma è davvero così?

Guardando il livello del dibattito a cui siamo abituati noi italiani in tv, un po’ di fact checking è la manna dal cielo, anche se farlo in TV non dev’essere per niente facile, visto l’insofferenza dei politici italiani verso qualunque domanda o verifica che possa metterli in difficoltà. A loro piace vincere facile, basta dare un’occhiata alla timida intervista di Floris ieri a Ballarò a Monti, il quale in diversi momenti a me è sembrato in difficoltà (rimborsi elettorali, imu alla chiesa) solo perche alcune domande erano “un pochino” imbarazzanti, e nonostante il giornalista si spezzasse con un grissino.

Quindi il fact checking è opera meritevole, in linea di principio. Solo, come ogni cosa, BISOGNA VEDERE COME LO SI FA. Molto interessante, ad esempio, la piattaforma sviluppata da <ahref sul citizen journalism, però se guardate la qualità delle affermazioni sottoposte a fact-checking e le risposte date, vi rendete conto che la qualità, al momento in cui scrivo, è abbastanza bassa, come già altri hanno notato.

Dobbiamo ricordarci, quindi, che il fact-checking non si fa su un’equazione matematica, non è una scienza e non è assolutamente qualcosa che possiamo prendere come obiettivo ed imparziale. Questo è ciò che ci possiamo auspicare, ma ogni verifica di un fatto, al momento in cui viene comunicata, è soggetta a tutte le possibili influenze della RETORICA. E’ facile che, in maniera consapevole o involontaria, chi “verifica i fatti” li riporti in modo incorretto o incompleto. Vi faccio un esempio limite, preso proprio da   factchecking.civiclinks.it:

Domanda: Ci fu una congiura per far cadere Berlusconi?
(Vallo a verificare, un fatto così. Non dico che non bisogna provarci, ma difficilmente si raggiunge il 2+2=4)
Due risposte negative sostengono che è falso perchè “si è dimesso” o “gli è mancata la maggioranza parlamentare”, portando a supporto degli articoli di giornale. Vi pare un fact-checking? Per rispondere negativamente a quella domanda bisognerebbe dimostrare che le radici delle sue dimissioni o sfiducia non risiedono in decisioni prese da altri. Qui c’è un problema retorico, la difficoltà di capire in cosa consiste una dimostrazione di un fatto o del suo contrario.

Una volta credevo che il contrario di una verità fosse l’errore e il contrario di un errore fosse la verità. Oggi una verità può avere per contrario un’altra verità altrettanto valida, e l’errore un altro errore. (Ennio Flaiano)

Fatte quindi le dovute premesse sull’accortezza con cui prendere le “verifiche” dei fatti, vi presento (ta-daaa) il mio piccolo contributo, un motore di ricerca specifico per il fact checking.

VUOI CONTROLLARE SE QUALCUNO HA GIA’ VERIFICATO UN FATTO? CERCALO QUI:

VUOI CONTRIBUIRE? Scrivimi delle fonti che consideri utili per il fact checking e le aggiungerò.
ATTENZIONE: cosa considero FONTE UTILE?
Una fonte utile è un sito italiano o una sezione di esso specificamente dedicato al fact checking, in cui cioè una o più persone, giornalisti o comuni cittadini, verificano affermazioni effettuate da altri. Non inviatemi singole pagine.

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Pubblicato in ECONOMIA E POLITICA, WEB | 6 Commenti |

6 dritte per Google+ | Guide e Trucchi

Pubblicato su 20 Gennaio 2013 di Claudio Cardone

Raccolgo qui un po’ si suggerimenti che abbiamo inserito nella community Quelli che non capiscono un TUBO di googleplus! , sperando che possano essere utili a chi si avvicina o si è iscritto da poco al social network di Google.

 

1. FORMATTARE IL TESTO

GRASSETTO :  mettere il testo tra due asterischi (senza spazi). Esempio: * testo..   *
CORSIVO : mettere il testo tra due underscore. Esempio:  _  testo..  _
BARRATO : testo tra due trattini. Esempio:  –  testo..  –

 

2. DISATTIVARE LE NOTIFICHE

NOTIFICHE DI UNA SINGOLA COMMUNITY:
Entrare nella community e cliccare sulla campanella sotto il logo della community, vedi immagine qui sotto:

disattivazione notifiche

 

TUTTE LE NOTIFICHE:
per gestire tutti i tipi di notifiche, bisogna andare sulle proprie impostazioni, in pratica qui:https://www.google.com/settings/plus e scorrendo in basso si trova l’area delle notifiche con le caselle da spuntare:

tutte le notifiche

 

NOTIFICHE SU GMAIL DALLE COMMUNITY (a cui siamo iscritti)
Nonostante i passaggi precedenti, su Gmail possono continuare ad arrivare notifiche dalle community a cui siamo iscritti. Per eliminare anche queste (tanto c’è sempre il quadratino rosso delle notifiche in alto a destra), per ora sembra che la soluzione migliore sia impostare un filtro Gmail per la posta in arrivo:

  1. vai in Gmail
  2. clicca sull’ingranaggio (in alto a destra)
  3. clicca su “Impostazioni”
  4. clicca su “Filtri”
  5. clicca su “Crea un nuovo filtro”
  6. nel casella di testo “Da” scrivi @plus.google.com
  7. clicca su “Crea filtro con questa ricerca”
  8. nella nuova finestra, seleziona “Elimina”
  9. clicca su “Crea filtro”
  10. goditi le community senza la pressione delle email

(suggerimento preso da Chimerarevo)

 

3. MESSAGGI “PRIVATI” E POST IN CUI SIAMO MENZIONATI

– PER INVIARE UN MESSAGGIO RISTRETTO A UNA O POCHE PERSONE
Inserire sotto il messaggio il nome di quelle persone al posto di “Pubblico”

– PER MENZIONARE QUALCUNO IN UN POST 
Far precedere il nome da + o @

– PER VISUALIZZARE I MESSAGGI INVIATI DIRETTAMENTE  A NOI O I POST IN CUI SIAMO MENZIONATI
Cliccare sul quadratino delle notifiche in alto a destra (quello rosso coi numeretti delle notifiche in bianco), selezionare “Visualizza tutte le notifiche”. Nella finestra che si apre, cliccare in alto su “Altro” e selezionare “Menzioni di te” per i post in cui qualcuno ci ha citato, oppure “Post di altre persone” per i post inviati direttamente (privatamente) a noi e per i post in cui siamo intervenuti con un commento

 

4. LINKARE UN POST

Se vogliamo inserire in una discussione un link a un post che abbiamo già scritto, basta cliccare sul cerchietto con freccetta che compare in alto a destra in ogni post e troveremo “Link a questo post”, da cui possiamo fare copia incolla. Questo mi pare che al momento vale solo per le community, ossia se lo provate per i post del vostro profilo, gnente da fà

link ai post g+

 

 

5. USARE GLI HASHTAG

Come su Twitter, si possono usare gli hashtag (far precedere il testo da un cancelletto. Esempio: #testo) per etichettare il contenuto dei post. L’uso di etichette di questo tipo migliora l’organizzazione e diffusione semantica dei contenuti di community, post, ecc.
Quello che manca a mio avviso è ciò che c’è già nella versione inglese di G+, cioè i trending topics – stile Twitter – degli hashtag (vedere qui:http://socialblog.giorgiotave.it/hashtag-google-plus/1703). Questo consentirebbe di indirizzare meglio i propri post e restare più aggiornati sui temi caldi che interessano.

Al momento, se nella zona ” Esplora ” cerchiamo solo il carattere “#”, compaiono una serie di trending topic con quell’ hashtag, il problema è che ovviamente il top della classifica è tutto inglese, cioè non è regionalizzato per l’Italia. Magari lo faranno.

P.S. siccome diversamente da Twitter (tiè) su G+ possiamo modificare i post già inviati, possiamo anche aggiungere gli hashtag a posteriori..

 

 

6. UN COMANDO SPECIALE – Incoming Stream

In questo articolo si parla di questa funzione “incoming stream”. Provalo:

– vai sulla barra di ricerca Google+ in alto e digita due virgolette:  “”
– clicca invio
– nella schermata, dove è scritto “Tutto” scegli “A Te” per trovare i messaggi ricevuti o “Da Te” per quelli inviati da te
– Seleziona “più recenti” invece di “migliori”

Utile, ad esempio, anche per trovare rapidamente gli ultimi eventi o hangout (basta selezionare uno di questi al posto di A Te o Da Te)

 

 

UN BREVE RIASSUNTO DI ALCUNE FUNZIONI:

formattazione testo e altro

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Una casa High Tech!

Pubblicato su 21 Dicembre 2012 di Claudio Cardone

esempio domotica
La domotica è la scienza che studia e mette in atto tutte le tecnologie che possono migliorare la qualità della vita all’interno delle abitazioni soprattutto grazie a migliorie che riguardano i comfort della casa.

La domotica ha potuto sicuramente svilupparsi grazie all’enorme progresso tecnologico che si è visto negli ultimi anni, infatti essa coinvolge rami dell’informatica dell’edilizia e dell’automazione, quindi se apparentemente tutto funziona in maniera facile, ciò che c’è sotto prevede un grande impiego di risorse.

Spesso viene presentata nei film di fantascienza o in tutte quelle pellicole proiettate al futuro, con luci che si accendono con un semplice comando vocale, musiche soffuse che escono da altoparlanti quasi invisibili ecc.

Ecco tutto ciò oggi è realtà, diciamo subito che è possibile avere una casa automatizzata sia con impianti elettrici e di riscaldamento già esistenti, sia in appartamenti o abitazioni nuovi dove tutto è da progettare. Forse nel secondo caso è più facile e ampia la scelta di cosa possiamo fare grazie alla possibilità di installare centraline e motori elettrici da zero.

Dunque, la domotica e grandi marchi famosi nel campo come Bticino o Vimar permettono di creare un ambiente autonomo, controllato da schermi a parete di media dimensione tipo tablet, sarà dunque possibile ad esempio far aprire persiane e finestre in modo del tutto automatico la mattina ad un’ ora prestabilita con un sottofondo musicale adatto al risveglio, e farle chiudere la sera sempre autonomamente e magari anche qui con uno sfondo musicale che aiuta il sonno. Con impianti ben progettati sarà possibile decidere quando accendere le luci della casa e quando farle spegnere o attenuare per esempio nel momento dell’accensione della tv nel salone, oppure far accendere l’impianto di climatizzazione poco prima del nostro rientro a casa per trovare un ambiente fresco l’estate e caldo l’inverno.

pannello di controllo domotica
Sempre dal pannello di controllo centralizzato, che dicevamo prima, sarà possibile collegare la videosorveglianza con le telecamere che registrano accendendosi o spegnendosi in momenti liberamente selezionabili, controllo di perdite di gas con chiamate dirette ai numeri di emergenza, ovviamente anche videocitofoni, impianti di videochiamata, e tutto ciò che possiamo immaginare esserci in una casa, potrà semplicemente essere centralizzato sul pannello touchscreen, volendo potremmo averne anche diversi per controllare tutte le funzioni da più punti nella casa. Inutile dire che è possibile aggiungere un controllo automatico e intelligente degli elettrodomestici, quali lavabiancheria oltre che TV, Home theater ecc, impostare la riduzione di campi elettromagnetici nelle stanze, o disabilitare antenne ed elettricità durante i temporali o comunque proteggere tutto da sovraccarichi di corrente.

Tramite sensori di prossimità o/e presenza è possibile anche automatizzare l’accensione o lo spegnimento di uno o tutti gli apparati in casa in presenza di persone nell’abitazione o in una singola stanza. Ovviamente tutto anche controllato a distanza direttamente ad esempio Pc o smartphone con l’integrazione totale della rete internet con tutti i vantaggi che ne possono derivare. Una casa del futuro che però è già possibile avere per uno stile di vita tutto high-tech!

Riky

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L’Evoluzione degli schermi dal catodico al pieghevole…

Pubblicato su 20 Dicembre 2012 di Claudio Cardone

I display o schermi dei nostri dispositivi quali cellulari, tv o display per pc hanno visto un evoluzione veloce quanto quella del progresso tecnologico in ogni sfaccettatura possibile.

Gli schermi anche se non ci si pensa molto hanno cambiato radicalmente il nostro modo di “vedere le cose”. Infatti è da essi che tutti i contenuti digitali e multimediali passano per arrivare fino a noi. Negli anni il progresso ha portato a sviluppare oltre che nuove tecnologie di costruzione anche nuovi design che sposano bene ogni tipo di gusto che possiamo avere o che desideriamo.

televisore crtTutti ricorderemo ad esempio le vecchie tv a tubo catodico con spessori di certo non ridotti che spesso erano di un colore un po’ anonimo e con display che di certo non potevano dare una qualità d’immagine che oggi abbiamo con i display lcd o ancora meglio a led. Ecco dunque il primo passaggio da tubo catodico a lcd poi a led dove non sono più lampade ad illuminare i migliaia di pixel ma ogni pixel si illumina di luce propria regalando colori e immagini più fedeli.

Ora va molto di moda il 3D con gli occhialini che ci permette di vedere le immagini come se le avessimo naturalmente davanti. Gli occhialini purtroppo sono stati forse un po’ un freno alla diffusione di questa tecnologia 3D nelle nostre case, però ultimamente grandi marchi come Toshiba hanno già prodotto televisori in grado di visualizzare scene 3D senza nessun supporto ottico ausiliario,e inoltre con risoluzioni 4 volte superiori all’attuale standard Full-HD con qualità di visione sbalorditive, quindi è lecito sicuramente aspettarci anche da parte di altri marchi un futuro fatto di televisori 3D senza ausili aggiuntivi capaci di trasformare anche le normali immagini 2D in più realistiche immagini tridimensionali.

schermo ledPassi enormi sono stati fatti anche nei display dei cellulari, dove più o meno le stesse tecnologie degli schermi più grandi, hanno permesso di realizzare display nitidissimi e soprattutto touch-screen così da rendere lo smartphone qualcosa di totalmente diverso dal passato, veri e propri hardware da PC con display dai colori fedeli e limpidi.

Anche qui diverse tecnologie come quella resistiva, che funziona con una leggera pressione sulla superficie del display, o capacitiva che funziona con lo spostamento di elettroni, e quindi a sfioramento sulla superficie, stanno ora sfociando in una tecnologia davvero futuristica appena presentata da Samsung: i display pieghevoli quasi come un foglio di carta.

display pieghevoleInfatti grazie a nuovi materiali e alla miniaturizzazione dei componenti già dall’anno prossimo sarà possibile avere sui nostri smart-phone e non solo, schermi da piegare e riaprire secondo necessità, con scenari che ben si avvicinano ai film di fantascienza che pian piano non saranno poi tanto più fantascienza!

Riky

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WINDOWS 8 in tasca e sulla scrivania

Pubblicato su 7 Dicembre 2012 di Claudio Cardone

programmi windows 8A poco tempo dall’uscita del nuovo sistema operativo Windows 8, targato Microsoft, vediamo quali sono state le principali novità apportate nel settore. Microsoft ha presentato al pubblico 4 edizioni per coprire tutte le esigenze: la prima Windows 8 (base) poi la più accessoriata a livello software Windows 8 Professional, l’edizione dedicata al business Windows 8 Enterprise e novità assoluta Windows 8 RT. Quest’ultima versione è dedicata al mondo tablet e smartphone e a tutti i dispositivi che montano architetture ARM e non Intel o Amd a cui sono dedicate le altre tre versioni del sistema operativo.

La novità principale sta proprio nella voglia di Microsoft di riunire con un unico sistema operativo tutti i device che verranno prodotti. Più precisamente, avendo installato qualsiasi versione di windows 8 sul nostro PC fisso o notebook e avendo a disposizione un tablet e uno smartphone sempre con windows 8 potremmo avere lo stesso tipo di sistema operativo con funzioni, grafica e applicazioni su ogni dispositivo. Potremmo iniziare un lavoro con Microsoft Word, o Excel dal pc per poi finirlo sul tablet e consultarlo dallo smartphone con Windows Phone 8.

La nuova interfaccia ha sicuramente molte frecce al suo arco, iniziamo col dire che Windows ha ora cambiato logo rendendolo più squadrato e di colore blu, il desktop non apparirà più appena avviato il sistema operativo ma apparirà una nuova interfaccia a Tiles cioè caselle animate personalizzabili che contengono sia notizie in tempo reale su news, finanza, meteo, social network, sia i software da noi installati comunque con la possibilità di tornare al classico desktop ma senza il pulsante start appunto eliminato dalla nuova interfaccia. Sono inoltre presenti ai 4 lati dello schermo altre funzioni di gestione del sistema specie nel lato destro. L’avvio è davvero molto migliorato nei tempi con una schermata di sblocco iniziale abbastanza appariscente. Diciamo che per i possessori di uno smartphone con Windows Phone 7.5, la grafica sarà molto molto simile. Infatti Microsoft ha voluto il più possibile unificare i sistemi su ogni dispositivo usato, così da rendere l’esperienza d’uso innovativa ma allo stesso tempo efficace e facile da gestire.

logo windows 8

Inutile dire che la maggior parte delle innovazioni sono state pensate per facilitare l’uso con schermi touch-screen infatti la grafica è fatta per interagire al meglio con questo tipo di display ma non solo, così come la visione delle foto degli e-book dei video o dei documenti. Sicuramente nel mondo dei computer questo sistema operativo darà molto filo da torcere ad Apple e anche a Linux, così come nel mondo degli smartphone IOS dovrà sicuramente inventare qualcosa per dare una concorrenza di pari livello. L’unico neo di Windows Phone 8 è che non potrà essere installato sui dispositivi di vecchia generazione che attualmente montano la precedente versione 7.5, ma potrà essere usato solo sui nuovi device in uscita! Non ci resta dunque che provare il nuovo sistema operativo per farci una nostra idea dell’innovazione e della cooperatività introdotta ma anche dei difetti che sono spesso inevitabili in sistemi nuovi come questi

Riky

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Perchè Google ci ha fatti a sua immagine e somiglianza?

Pubblicato su 7 Dicembre 2012 di Claudio Cardone

logo di google

Il titolo è volutamente provocatorio. Oggi riflettevo sulla “parabola” dell’approccio di Google al web, e su alcuni cambiamenti di questi ultimi tempi che stanno rendendo la vita molto difficile ai webmaster.. ma secondo me, in parte anche agli utenti. Cercherò di essere schematico e magari comprensibile anche per chi non è “dentro” le questioni SEO, cioè di ottimizzazione per i motori di ricerca.

Fase 1:

I fondatori di Google erano partiti da un’idea semplice e funzionante. Come faccio io – algoritmo di un motore di ricerca – a stabilire se una pagina è “migliore” di un’altra quando l’utente fa una ricerca? Semplice, mi baso sul sistema che usano già gli articoli scientifici: i migliori sono gli articoli che hanno molte citazioni da altri articoli, soprattutto se questi sono pubblicati su riviste autorevoli. Sostituiamo al concetto di “citazione” quello di “link” e otteniamo il cosiddetto PageRank. (Questo paragone non l’ho “scoperto” io, l’ho letto in un articolo di Wired alcuni anni fa)

Fase 2:

Si aggiungono molti altri fattori che contribuiscono a determinare il valore di una pagina web e di un sito, nel complesso. Ma Il potere dei link resta elevato. E soprattutto si innesca un meccanismo: Google CONDIZIONA la strutturazione dei siti, le scelte dei webmaster e, in definitiva, contribuisce a plasmare il web. Accade cioè la stessa cosa che accade con gli studi scientifici:

  • Poche riviste influenti (=siti web rilevanti) decidono l’importanza dei contenuti sul web, a cascata verso i siti “minori”
  • I link, cioè le citazioni, vengono cercate come il pane da tutti i webmaster. La ricerca di buoni link diventa uno dei compiti più importanti – e spesso più difficili – di chi si occupa di SEO
  • Essendo un bene prezioso, i link vengono “ceduti” con difficoltà. I siti autorevoli linkano poco, oppure linkano altri siti autorevoli. Si diffonde anche la pratica di vendere link o di mettersi d’accordo per scambiarsi link. Si diffonde la pratica del “nofollow”.

Fase 3.

L’uso del link come uno dei principali fattori per determinare quanto è popolare e autorevole un sito non fa altro che DROGARE lo sviluppo del web. Se un link equivale a un voto, le dinamiche di distribuzione di questi voti sono tutt’altro che naturali. Google tenta altre strade (Trust Rank), ma ciononostante i link restano importanti. Anche perchè cosa collega nel web i documenti e i siti se non i link? E’ difficile trovare un sostituto

Fase 4.

Le cose precipitano perchè, con lo sviluppo rapido e imponente dei social network – in Italia soprattutto Facebook (e Twitter) – si sviluppa una rete ALTERNATIVA a Google, fuori da Google, e per giunta poco controllabile da Google, perchè si tratta di ambienti sociali solo in parte pubblici. In questi ambienti sì che si sviluppa una diffusione dei contenuti NATURALE, o comunque molto più naturale di quello che avviene nel contesto web in cui domina Google. Da un punto di vista economico, molti hanno sottolineato come Facebook ha accumulato dati sugli utenti molto più approfonditi di Google e la stessa raccolta pubblicitaria dell’azienda di Mountain View ne è stata danneggiata.

Fase 5.

Google tenta inutilmente di emulare i suoi avversari (Google Wave, Google Buzz) ma è un disastro.

Fase 6 – attuale :

Google dà una svolta. Da un lato, con Google Plus, di fatto COSTRINGE i webmaster a iscriversi al suo social network e, di conseguenza, inserire lì anche pagine sui loro siti. Dico costringe perchè di fatto Google+ influisce sui risultati di ricerca organica o sulla loro apparenza (la “faccina” che compare accanto ad alcuni risultati, se si è iscritti a Google+).
D’altro lato, Google attualmente penalizza fortemente (prima con l’aggiornamento denominato Panda, e poi con Penguin)  i link forzati o non “naturali”, sconvolgendo i risultati di ricerca (SERP). Ci tengo a sottolineare che Google è PARTE del problema dei link innaturali, perchè, a meno di avere contenuti particolarmente “virali”, nel web plasmato da Google si creano le condizioni perchè il sistema, nel complesso, si sviluppi in maniera “innaturale”.

 

Parallelamente, se ora guardiamo i risultati di ricerca, notiamo che vengono ora favoriti i Brand. Quello che mi chiedo è: si tratta di una fase di transizione?
Mi spiego: Google+ non sta funzionando granchè al di fuori del circuito degli addetti del settore web. Allora, se metter su un altro social network “non va”, forse è il caso di cambiare paradigma e tentare di rendere più naturali i risultati di ricerca. Ma questo va a sconvolgere tutto il panorama web attuale. E’ evidente che adottando misure contro i link innaturali si avrà un periodo di instabilità, in cui i risultati di ricerca saranno peggiorati, in cui gli utenti non troveranno subito quello che cercano, in cui cioè la qualità e affidabilità di Google PEGGIORA. Quindi che fare? Dare un vantaggio competitivo ai brand evita almeno in parte che nelle SERP compaiano risultati di “poco conto”: almeno l’utente troverà qualcosa che è strutturato come azienda.

 

In chiusura, quindi, vi invito a dare un’occhiata ai risultati di ricerca di Google (in italiano o in inglese, ad esempio): non vi sembra che siano peggiorati? Vi capita di dover scorrere “più pagine” rispetto a prima, per trovare quello che cercavate?

***AGGIORNAMENTO 08/12/2012 ****

Considerato il lancio delle community in Google+ e le dichiarazioni di intenti sull’importanza che dovrebbe avere G+ nella schiera dei prodotti Google, mi sa che davvero tutte queste manovre sulle ricerche organiche hanno, tra i loro fini, quello di spingere tutta la comunità di produzione contenuti web VERSO Google+, cioè fare in modo che ci siano degli spostamenti di massa – che fino ad ora non ci sono stati – che finalmente consentano a G di avere un pezzo della torta (se non tutta) che ha già Facebook.
Facciamoci caso:
– Author Rank = vieni fuori con la tua faccia
– Penalizzazioni = ti ho abituato bene ma ti tolgo tutto in un attimo, e devi trovare una soluzione alternativa
– Favorire i Brand = se hai un’azienda affermata conti qualcosa, sennò cercati altre strade
– Google Entities = meno traffico ai siti, più a Google
…Tutto questo ti spinge a cercare un’altra strada, e quella strada, se non l’hai capito, è Google+…

 

 

Claudio

 

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