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La Primavera Della Scienza

Archivio Categoria: ECONOMIA E POLITICA

EPIC FAIL su “Science” : un errore da dilettanti

Pubblicato su 15 Gennaio 2015 di Claudio Cardone

casualitàRecentemente è stato pubblicato sulla rinomata rivista Science un articolo scientifico sul cancro che ha generato un certo dibattito. Ne ho letto per caso una sintesi su Wired. Come mai è un tema caldo?

Gli autori della ricerca (C. Tomasetti e B. Vogelstein – quest’ultimo soprattutto molto noto) sostengono che la maggior parte dei casi di cancro è determinata da errori casuali nella replicazione cellulare, ossia hanno poca influenza i fattori ambientali ed ereditari. Caspita, una bomba, detta così! Ma la loro ricerca dice davvero questo? Andiamo a vedere i fatti:

I tessuti del corpo umano si rinnovano con una certa frequenza, attraverso un pool di cellule staminali che, dividendosi e poi differenziandosi, danno origine a nuovi elementi del tessuto (fanno il turnover). Tomasetti e Volgenstein (T & V) hanno individuato una forte correlazione tra il tasso di turnover tessuto-specifico e il rischio di cancro statisticamente rilevato (negli USA) a carico di quel tessuto. Ossia: più le cellule di un tessuto vanno incontro a replicazione, più è “facile” che in quel tessuto si verifichi una proliferazione tumorale.

Inoltre, gli stessi autori hanno verificato che per alcuni tessuti il rischio di cancro era significativamente superiore rispetto al turnover cellulare: in questi casi spesso si possono individuare dei fattori ambientali o ereditari che agiscono come cancerigeni specifici: ad esempio il vizio del fumo influisce significativamente sul rischio di cancro ai polmoni ma non su altri tessuti presi in considerazione.

Fin qui tutto ok.

Ma come è possibile che da questi dati sperimentali gli autori (e chi li segue) arrivino a dire che la CAUSA dei 2/3 dei tumori è prevalentemente SPIEGATA da errori casuali nel tasso di replicazione cellulare? Una correlazione NON E’ una causalità, perdio! Questo lo sa qualunque dottorando e, sperabilmente, qualunque laureando in materie scientifiche!

Leggiamo insieme cosa dicono gli autori:

“We show here that the stochastic effects of DNA replication can be numerically estimated and distinguished from external environmental factors. Moreover, we show that these stochastic influences are in fact the major contributors to cancer overall, often more important than either hereditary or external environmental factors.”

“A linear correlation equal to 0.804 suggests that 65% of the differences in cancer risk among different tissues can be explained by the total number of stem cell divisions in those tissues.”

“The incorporation of a replicative component as a third, quantitative determinant of cancer risk forces rethinking of our notions of cancer causation. The contribution of the classic determinants (external environment and heredity) to R-tumors is minimal” (R-tumors sarebbero i tumori dovuti ai soli errori di replicazione, secondo loro)

Notate il salto logico deduttivo:

1- Sappiamo che nella replicazione cellulare si possono determinare errori, e possiamo quantificare questi errori

2- Questi errori POSSONO essere indipendenti da fattori esterni di disturbo, ossia si possono generare casualmente. (Occhio: non “sono indipendenti”, ma “possono esserlo” !)

3- Maggiore è il tasso di replicazione, maggiore è il rischio di cancro per un tessuto

QUINDI

4- Sono gli errori casuali, intrinseci al processo di replicazione, che DETERMINANO con maggiore probabilità il cancro in quel tessuto

Vi torna?

correlazione aereoNO! ASSOLUTAMENTE NO! Il fatto che vi siano degli errori casuali intrinseci al processo di replicazione non implica che quegli stessi errori non siano anche influenzabili da fattori esterni!

Quanti passaggi salta questo ragionamento fallace che fanno gli autori ? Immaginiamo che, come solitamente si ritiene, una cellula tumorale nasca a causa di una mutazione di una cellula sana. Seguendo l’interessante ritrovamento di T & V (perchè è in effetti interessante), questa mutazione avverrà molto probabilmente a seguito di un errore di replicazione cellulare, ossia:

errore di replicazione ->  si origina una cellula possibilmente tumorale -> si sviluppa effettivamente un tumore -> il tumore entra nelle “statistiche” mediche

Nessuno di questi passaggi è “scontato”: avremo tanti errori che non danno origine a cellule possibilmente dannose, tante cellule tumorali che non daranno origine a un tumore, tanti tumori che non vengono diagnosticati (ed è possibile che alcuni passino più inosservati di altri).

In questi passaggi possiamo benissimo immaginare fattori esterni che influenzino il percorso verso la formazione di un tumore, ossia fattori che facciano fare “più errori” durante la replicazione, o che facciano fare errori “più inclini a dare esito tumorale”.

Questi fattori che influenzano la replicazione cambierebbero la forte correlazione trovata dagli autori? NO se sono fattori a-specifici, ossia fattori che impattano su tutti (o molti) tessuti allo stesso modo! Esempi:

– Un patogeno a cui siamo esposti e che attacca ASPECIFICAMENTE le cellule durante la loro replicazione (più le cellule si replicano, più il patogeno ha opportunità di attaccarle e trasformarle in tumorali)

– Un fattore ambientale cancerogeno ASPECIFICO, ad esempio un vecchio rifiuto nucleare radioattivo: chi si trova nei pressi è maggiormente investito da quella radioattività, e le sue cellule (tutte), durante la replicazione, ne vengono influenzate.*

Allora, fermo restando che quel patogeno o quel rifiuto radioattivo non cambiano assolutamente nulla nella correlazione tra tasso di replicazione cellulare e rischio di cancro, vi sembra che si possa dire a chi è esposto al patogeno o alle radiazioni che se gli viene il cancro è per pura casualità? Chi è che gioca “a major role” nella genesi del cancro, il fattore che influenza la replicazione cellulare o il “bad luck”?

T&V fanno finta che queste eventualità semplicemente non esistano: per loro esistono “solo” gli errori genuinamente casuali o comunque sono solo quelli (e/o i fattori specifici) che danno origine al tumore!

Molti hanno rilevato incongruenze nello studio di T&V, ad esempio l’ IARC , Silent Spring , ecc. , però mi pare che il livello del dialogo sia su un contrasto di tipo fattuale, ossia: vediamo che ci sono fattori (come la radioattività, l’esposizione al sole) che non sono intrinseci, inevitabili o casuali, ma che aumentano il rischio di tumore nelle popolazioni o individui esposti ad essi, come fanno a dire T&V che sono ininfluenti?

Il problema non è lì. Prima ancora di una confutazione fattuale, qui c’è un problema logico-deduttivo: LA CORRELAZIONE NON E’ CAUSALITA’. E se i referee di Science non se ne sono accorti, se i commentatori scientifici che ne parlano non se ne sono accorti, siamo messi male. Un ragionamento deve avere prima di tutto coerenza interna.

Detto ciò, lo studio in sè è interessante, il problema sono le conclusioni che se ne traggono. Secondo me l’importanza che riveste l’analisi fatta da T&V risiede nel fatto che risulterebbero evidenti due cose:

1- il momento chiave in cui si origina un tumore risiede nella replicazione cellulare

2- ci possono essere molti cancerogeni che agiscono in maniera aspecifica, ossia modificando la tendenza di tutti o molti tessuti a sviluppare cellule tumorali durante il turnover

Insomma, sarebbe bastato “volare un po’ più basso” e lo studio, pur rimanendo interessante e valido, sarebbe stato più ragionevole. Ma la sensazione che mi resta è che alcuni ricercatori di fronte ad una correlazione forte si sentano come il bambino che ha trovato le caramelle e perdano qualunque sensatezza, così può capitare che i dati dicano una cosa, e le interpretazioni un’altra (qui un altro esempio famoso).

*E’ bene tener presente peraltro che le cellule che hanno un turnover maggiore, banalmente, sono proprio quelle più esposte a stress esterni ! Es. la cute, o l’apparato digerente, le cellule del sistema immunitario..

correlazione autismo

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Pubblicato in LOGIC CHECKING, RICERCHE, SCIENZA | 4 Commenti |

50 Sfumature di Tsipras

Pubblicato su 1 Gennaio 2015 di Claudio Cardone

“La lista Tsipras è una colossale operazione di gatekeeping. Il fatto che a sinistra possa esistere un dibattito su una roba simile equivale a un certificato di morte.” A. Bagnai, 11/06/2014

 

Comincio l’anno con un bel post polemico, tanto per cambiare. Post che nasce da un’emozione: il rammarico per l’ondata di disperata speranza riposta nei neo-movimenti di sinistra (Syriza, Podemos, ex- lista Tsipras..). L’ossimoro non è casuale, così si capisce subito da che parte sto.

Ora, altri migliori e più preparati di me potrebbero argomentare nel dettaglio le proposte politiche e dissertare sulle ricette economiche, ma io non voglio convincere nessuno (anche se a volte sono tentato). Piuttosto, dato che un’idea personale me la sono fatta, vorrei che questi (sedicenti) neo-partiti e chi li segue convincessero me, se proprio vogliono, e quelli “come me”.

PERO’..

Per convincere servono alcuni requisiti, diciamo:

1. La speranza non è come la gnocca, ovvero non si dà per simpatia, perchè magari lui ha lo sguardo magnetico, per un bicchiere di troppo o perchè non si batte chiodo da tempo e l’ormone comanda. La fiducia non si dà perchè “dai, quello parla bene ed è di sinistra (/destra) e quindi siccome io/i miei amici/la mia famiglia siamo di sinistra (/destra) allora gli credo”. No, (no, signori miei, direbbe il piccolo renzi) la fiducia e la speranza si danno se ci sono delle premesse fondate e logiche per darle. Le parole sono importanti caro Nanni! E infatti noi diciamo che la speranza SI RIPONE, ovvero si POGGIA SU QUALCOSA. Quindi il “vediamolo all’opera prima di giudicare” sapete dove potete metterlo, o meglio riporlo.

2. Non è sufficiente “avere tutti contro” per essere del partito dei buoni. Chiunque stia seduto su una poltrona tende a non volerla cedere ad un altro, e non perchè l’altro sia necessariamente un benefattore. Chi ha studiato storia avrà sicuramente in mente una pletora di esempi di rivoluzioni finite male e di elefantiache idee politiche che hanno partorito piccoli… ratti istituzionali (oggi sono ispirato). Tsipras ha tutti contro? Iglesias* ha tutti contro? Beh, pure Grillo aveva tutti contro (sia quando voleva uscire da euro, sia in tutti i suoi ripensamenti). L’alternativa ad una elite può essere un’altra forma di elite. Per dire.

3. Serve coerenza e conseguenza. Mi è poco comprensibile ad esempio un Montero Soler che prima dà conferenze sull’uscita dall’euro e poi, avvicinatosi a Podemos, parla di ristrutturazione del debito… come si spiega?

Da questo stesso punto 3 discende che: non si comincia una battaglia dicendo il falso per poi fare il vero. Ovvero: non è coerente e conseguente una proposta politica in cui non si parla di eurexit perchè “fa paura alla gente” e allora si ammorbidisce la pillola o si tenta di rivoluzionare il sistema “dall’interno”. Questo è Civatismo! Anche i paraculi sapete dove potete.. riporli. Le proposte politiche in cui sono gli illuminati a governare – perchè il popolo non capisce – non sono proposte democratiche. Questo è “di sinistra” quanto lo è D’Alema.

4. Non ho letto e non ho studiato tanto. Ma – fra altre cose – mi è capitato di leggere Bagnai. Leggere un autore non significa leggere quello che altri dicono di lui oppure dare un’occhiata veloce al suo blog. Significa precisamente LEGGERE (e rileggere se non si è capito). Ieri sentivo un qualche “ics” giornalista chiedersi come mai in Italia c’è una forte sfiducia verso euro addirittura più della Grecia. Ullalà che strano: l’opinione pubblica si forma con l’informazione (appunto), e in Italia la divulgazione scientifica sull’argomento ha un solo nome: Alberto Bagnai**. Se in Italia ci sono dei partiti “no-euro”, quale che sia l’opinione che si abbia su di essi, è perchè c’è qualcuno che ha fatto divulgazione sul tema. Dunque, dal mio personale punto di vista, se qualcuno vuole discutere di ricette di politica economica che coinvolgano l’argomento Euro-Unione Europea-Austerità deve ALMENO aver letto Bagnai, se è italiano. Oppure ancor meglio direttamente la letteratura scientifica, se uno può (che vuol dire Ideas, non il sole24ore, lavoce.info o simili).

Detto ciò, lei, signore, lei che vuole uscire dalla crisi restando nell’euro così com’è (“Euro”, non “Europa”), deve prima confutare chi ha argomentato queste tesi prima di lei, sa. Ah non lo sapeva? Non le avevano detto che si discute di queste cose già da vent’anni e più? La capisco, anch’io me ne sono accorto tardi: i figli, le bollette, si sa.. ci si distrae. Ci rivediamo fra un po’ allora: si prenda tempo.

Perchè sennò si finisce come questa qui, che dice di leggere ma evidentemente non lo fa.

 

 

*…ma come parla bene, Iglesias! Che spreco di capacità dialettiche, perdìo!

**e credo vada riconosciuto merito a Claudio Borghi – oltre che per la divulgazione – soprattutto per aver portato un dibattito accademico all’interno di un partito politico (l’unico disponibile ad accoglierlo). Perchè, diciamolo, se il tema non fosse stato portato in politica da un partito, col cavolo sarebbe giunta all’opinione pubblica una pur minima idea della versione dei fatti dei “cosiddetti” no-euro. 

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Pubblicato in ECONOMIA E POLITICA, PROPAGANDA | 2 Commenti |

Come Dar Vita a un Movimento (di persone !)

Pubblicato su 20 Settembre 2014 di Claudio Cardone

Su Ted.com ci sono tanti video interessanti, quello che segue è un bell’esempio: breve, efficace, pratico. Il relatore spiega cos’è che permette ad un movimento di nascere e di passare da una fase embrionale (un tizio isolato che dice o fa qualcosa) a una di massa.

Secondo lui, le fasi critiche sono 2:

  1. La prima: il primo “follower”, colui che riprende, emula e/o diffonde l’idea del leader
  2. Il raggiungimento di una “massa critica”. Non ricordo se lo dice esplicitamente (non l’ho riguardato prima di postarlo) ma secondo me si evince abbastanza chiaramente. Ricordo bene (anche se al momento non lo trovo) un bell’articolo di Wired che dimostrava le similitudini tra il Web e le citazioni scientifiche: per entrare nella “cerchia buona” (dei siti più visitati, degli scienziati più autorevoli) bisogna avere una sufficiente “spinta”: è la massa critica, il momento in cui si aggiungono in maniera esponenziale nuovi follower/lettori/citazioni, ecc.  Nel filmato che segue, notate quanta gente “passiva” sta a guardare, il pubblico che è – in potenza – la nuova base del movimento, l’uditorio che viene suscitato al momento di culmine della massa critica.

 

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Due parole sulla Scozia e i sondaggi

Pubblicato su 19 Settembre 2014 di Claudio Cardone

scozia sondaggi

Il grafico qui sopra è preso da una pagina molto ben fatta del sito della BBC. C’è l’andamento dei sondaggi secondo vari istituti statistici, molto “istruttivo”.

Ora, partiamo da un disclaimer: non ho letto molto sulla questione scozzese e sono un gran ignorante, solo voglio condividere qualche impressione e riflessione generale. A partire dall’importanza dei sondaggi nelle scelte strategiche su come orientare le risposte dell’elettorato. Butto lì qualche input:

Date un’occhiata ai sondaggi sul sito della BBC, a questo link. Tutti i sondaggisti danno in crescita il fronte del Sì fino agli ultimi giorni. 3 di essi (You-Gov e soprattutto ICM) danno un punto di sorpasso del Sì, in linea con la sua crescita progressiva, dopo le prime 1-2 settimane di settembre. Panelbase non arriva al sorpasso ma a un sostanziale pareggio. Dopo quel punto, le strade si separano e si inverte la tendenza: il No cresce, il Sì decresce.

Negli ultimi giorni prima del referendum è stato molto marcato l’accento sull’aspetto economico e sui problemi che potevano derivare, secondo alcuni, dalla separazione della Scozia. Da notare anche quanto i sostenitori del fronte del Sì ci tenessero a sottolineare che sono europeisti, pro-europa, pro-euro.

Qualche esempio di intervento sugli aspetti economici: la Deutsche Bank, il 14 settembre ; Alan Greenspan, 16 Settembre . Sicuramente i supporter del No, così come quelli del Sì, hanno intrapreso da parecchio tempo una campagna mediatica ad ampio spettro, basta guardare la lista degli endorsement, disponibile a questo link . Invito a dare una occhiata particolarmente al supporto della carta stampata. La copertura televisiva non è “tracciata” tra gli endorsement ma se mi dovessi lanciare in una previsione suppongo che stampa e Tv non siano poi così distanti, sotto questo aspetto.

Ultimo elemento che mi sento di segnalare, l’ingresso degli USA (oltre a Greenspan) direttamente nel dibattito attraverso le personalità dei consorti Clinton e dell’immancabile Obama, proprio a pochi giorni dal voto.

Come si dice spesso, ormai: “Tutto si decide nell’ultima settimana”.

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Il Giornalismo, Podemos, l’Europa

Pubblicato su 12 Settembre 2014 di Claudio Cardone

Ma guardatevi quest’intervista (in spagnolo):

Ci sono tante belle cose:

  1. Una giornalista CHE FA DOMANDE. Ne vedete mai così nella tv italiana? Avete presente quelli che dicono “il giornalismo americano che figo”, “loro sì che fanno domande”, ecc. ? No, non c’è bisogno di fare tanto gli ammerikani e infilare “So what?” “by the way” e altre locuzioni molto yeah in mezzo ai discorsi. I giornalisti che fanno domande circostanziate, pungenti e basate sui fatti ci sono anche nella nostra cultura latina (che dovrebbe essere critica). E in Italia ne abbiamo avuti, perlomeno, e sicuramente ce ne sono ancora.. fuori dalla TV. A volte è anche il modo in cui viene gestito il confronto nei talk show che non permette alcun tipo di approfondimento, anche (e soprattutto) in caso di “ospiti di buona qualità”
  2. Un politico che risponde – il più delle volte – senza troppi giri di parole. Si può essere d’accordo o no con i contenuti, ma la dialettica di Iglesias è sopraffina. Anche se in quest’occasione si è fatto cogliere più volte in castagna
  3. Anche in Spagna serpeggia l’idea di rottura dell’euro, prima o poi. E Podemos su questo nicchia, alla Tsipras: mai dire “se le cose non funzionano, ce ne andiamo” ma sempre “bisogna tentare altre strade”, “riformare”, “ristrutturare”, “fare una nuova Europa”… Questo si sapeva: la cosa singolare è che sembra che Iglesias e l’economista in studio (Gonzalo Bernardos) condividano tutto sommato la stessa visione, eppure il secondo incalza il primo affinchè.. la dica grossa. Questo perchè certe cose NON si possono dire, chiaro?
  4. Bello sto’ Bernardos, in pratica se ho capito bene la sua idea (citata qui) sarebbe darsi un tempo massimo per riformare l’UE (6 mesi??) e poi, se non si è risolto nulla alla scadenza, uscire. Così lo sanno tutti quando si cambia moneta no? E poi si preoccupano degli speculatori.. mah.

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Attentato del jihadista Doner Al Shawarma in Al Andalus

Pubblicato su 12 Settembre 2014 di Claudio Cardone

La guerra sta per cominciare ma serve una spintarella per questa pigra opinione pubblica, pacifista per inerzia. Prossimo attentato: Spagna o Italia? A parte l’Italia, ovviamente utile allo scopo per la presenza del Papa, stavamo giusto parlando in questi giorni, tra amici, che guardacaso ora gira la notizia che (come direbbe guzzanti) è arivato ‘n seguace de maometto che jaa detto che na’ parte de a Spagna, che se chiamerebbe Al Andalus, in realtà è de li musulmani e mo’ a rivojono. Quindi ecco pronto il pretesto pure per la Spagna.

Insomma, guardo il programma di Floris che è molto divertente perchè è tele-regime, proprio propaganda dura e pura, priva di quei fronzoli tipo giornalismo, fatti e confronto di opinioni. E de che te parla Floris? Ma de Al Andalus, ovviamente.

Spassoso, consiglio di seguirlo:

http://www.la7.it/diciannovequaranta/rivedila7/diciannovequaranta-11-09-2014-136508

Nella prima puntata, una chicca tutta renziana, lo show si era aperto con quella che Floris definisce “una buona notizia”, riferendosi al fatto che secondo i sondaggi gli italiani hanno ancora fiducia nel governo. Insomma come dire che è una buona notizia se la Roma ha vinto il derby.. diciamo che un po’ si intravede per chi tifi. Resto della puntata spassosissimo, peccato i pochi ascolti.

Nell’episodio di oggi invece ci rende edotti su chi sono i buoni e i cattivi, sempre leggendo quei suoi fogliettini dove se manca il collegamento al momento giusto (non risponde paglioncelli!) subentra il panico. Ma niente paura, la scaletta è robusta: mamma propaganda ci porta per mano e ci fa capire perchè dobbiamo essere interventisti.

Comunque stanotte ho sognato un vecchio che mi diceva quando ci sarebbe stato il prossimo attentato grosso, ma non mi ricordo la data che diceva nel sogno. Mi pare 20 settembre o 20 novembre. Preferivo mi desse i numeri al lotto, comunque io ve l’ho detto.

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Tornano i Moderati in Rivoluzione..

Pubblicato su 11 Settembre 2014 di Claudio Cardone

Gli strumenti delle propaganda sono sempre quelli. Tra questi,  il distorcere il senso delle parole finchè perdano il loro senso e diventino ciò che si desidera. Uno dei modi più utilizzati è l’ossimoro: metti insieme due parole opposte e le spari a raffica in tutte le comunicazioni, finchè la gente non comincia ad usarle come se significassero qualcosa.

Esempio: le missioni di pace, le convergenze parallele, l’austerità espansiva e.. i ribelli moderati!

Leggete questo articolo del Fatto Quotidiano (qui) : sembra un articolo “referenziale”, giusto? Vi dice che cosa ha intenzione di fare l’America, riporta fatti e dichiarazioni?

Insomma.

Non c’è un punto, in tutto l’articolo in cui la parola “ribelli” non vada insieme a “moderati”. Sono dei moderati ribelli, o dei ribelli moderati, è questo che vi deve entrare in testa.

Come i Moderati in Rivoluzione di Samorì, qualcuno se li ricorda?

moderati in rivoluzione

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Due video a confronto

Pubblicato su 11 Settembre 2014 di Claudio Cardone

Date un’occhiata a questi due video. Sono entrambi di propaganda, tanto per cominciare. Innanzitutto, vi rendete conto che lo sono ENTRAMBI o pensate che uno dei due non lo sia?

Seconda domanda: quale dei due riporta più fatti ? (questa richiede approfondimento)

Terza domanda: quale dei due fa davvero un discorso sulla pace?

Primo video:

Secondo video:

Pubblicazione di Ezio Lenti.

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Logic Check n. 5 – ClassTV con Bagnai: La verità sta nel mezzo, che è 0,5

Pubblicato su 7 Maggio 2014 di Claudio Cardone

L’intervista a Bagnai fatta nella trasmissione “Lo Schiaffo” di ClassTv non è stata per niente male. Anche se “formalmente” senza contraddittorio, il conduttore ha fatto le pulci all’intervistato, come il suo ruolo richiede. Questo comportamente consente anche di capire meglio quali sono le obiezioni che vengono fatte a delle argomentazioni e come – eventualmente – vengono disinnescate, se ci si riesce (e Bagnai ha una dialettica eccellente non solo quando scrive). Non come, per dire, un santoro o un formigli qualunque che “consegna” la parola all’esperto di turno dicendo “facciamo un’operazione verità” oppure “ci dica lei come stanno le cose, che ne abbiamo bisogno”.

Ad ogni modo, la preventiva sviolinata alla trasmissione e al conduttore serve per introdurre, invece, una fallacia abbastanza comune che viene pronunciata da Marco Gaiazzi nel suo incalzare il professore:

 

FD-compromesso

PERCHE’: il fatto che “tanti” dicano una cosa e “tanti” dicano un’altra NON implica che entrambi i fronti e le rispettive argomentazioni abbiano lo stesso peso in termini di razionalità, autorevolezza o quant’altro. Oltretutto rischiamo di incorrere in discorsi del tipo “la massa è una virtù“.

Ciò che dobbiamo confrontare, in un dibattito, è sempre la qualità delle argomentazioni.
Poi, se proprio non abbiamo gli strumenti (es. la formazione) per comprenderne la qualità (o non ci va di dotarcene), credo che non resti altro che fare appello alla fiducia, e cercare di capire chi è più competente e affidabile, sulla base di considerazioni professionali, umane, emotive e razionali… Tenendo conto che la fiducia si può dare, ma bisogna che ci siano delle premesse.

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Logic Check n. 4 – mangiamo OGM quindi sono innocui

Pubblicato su 7 Maggio 2014 di Claudio Cardone

Forse mi sto appassionando al panel sul complottismo del festival del giornalismo, dopo il post dell’anno scorso. Ascoltando l’intervento della Bencivelli, qui sopra, mi sono soffermato sulle dichiarazioni sugli OGM, perchè – per caso – mi sono imbattuto oggi in un articolo interessante sul possibile passaggio nel sangue di frammenti di DNA assorbiti con l’alimentazione

A parte questo, il ragionamento che “se non ci sono prove scientifiche non si puó dire che una cosa faccia bene o faccia male” è un po’ fallace.

“Non c’é prova che gli OGM fanno male, quindi dovremmo dire che non fanno male”
E’ una fallacia da “Scaricabarile”:

AT-scaricabarile

PERCHE’: lei contesta che l’ “onere della prova” sarebbe a carico di chi afferma che gli OGM facciano male, ma il fatto che essi siano già in distribuzione equivale (e più) ad affermare che siano innocui. Quindi l’onere della prova è prima a carico di chi li ha distribuiti.

E da Affermazione del Conseguente :

CE-affermazione-del-conseguente

PERCHE’: per la relatrice, l’unica conseguenza della mancanza di prove scientifiche sulla dannosità degli OGM è che non facciano male.

Una formulazione piú corretta sarebbe : “Non c’é prova che gli OGM facciano male (ma neanche é dimostrabile che siano innocui, da un punto di vista epistemologico), quindi non sappiamo se possono recare danni alla salute”, il che potrebbe portare a non apprezzare il fatto che una tale “sperimentazione” abbia giá raggiunto una scala mondiale. Una giornalista scientifica, inoltre, non dovrebbe usare come argomento che “se siamo tutti qui” allora non è un problema. Tutto ció che non uccide o crea evidenti epidemie puó essere trascurato agli effetti dei danni alla salute? Qualunque correlazione che non viene ricercata e dimostrata “non esiste”? Bel concetto di scienza.. io ho ancora tanta epistemologia da studiare, per caritá, ma qua siamo proprio alle basi.

“L’onere della prova” non é sempre a carico di chi “afferma” le cose. Facciamo cosí, io le metto davanti un manicaretto con un nuovo ingrediente che nessun altro ha mai assaggiato e le dico: lo mangi, non c’é nessuna prova che le faccia male.
L’onere della prova é a carico di chi mi ha messo nel piatto una cosa che prima non c’era, chiaro Bencivelli? Oppure puó provare a dimostrare che l’OGM non é “una cosa nuova”.. (senza escludere che anche molte altre tecnologie alimentari sembrano essere “cose nuove”)

Al di lá delle questioni legate a OGM e biodiversitá, e concentrandosi solo sull’aspetto relativo ai possibili danni alla salute, la questione è che la categoria di prodotto piú simile all’OGM è il farmaco: il farmaco viene testato e brevettato e poi distribuito al pubblico. Ancora, dopo la distribuzione il farmaco non sei “obbligato” a prenderlo, non te lo ritrovi nel piatto perché qualcun altro ha deciso per te (al massimo la badante :-D)

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